Gualtieri chiede più poteri per Roma da subito su trasporti, rifiuti, affitti brevi e commercio

Il sindaco Roberto Gualtieri è intervenuto ieri alla Camera, ascoltato dai parlamentari della commissione Affari costituzionali in merito alla riforma dei poteri di Roma Capitale, in discussione in questo momento. Il primo cittadino ieri ha fatto una proposta semplice e concreta: intanto che il processo sulla riforma dello statuto della capitale va avanti, arrivando a farla assomigliare più a una regione che a un comune, è possibile intervenire immediatamente con una legge ordinaria per dare più poteri al Campidoglio. Insomma: se le forze politiche di maggioranza e opposizione possono lavorare a l'iter legge costituzionale che prevede il cambio di status di Roma, perché non iniziare subito con una legge ordinaria?
Gualtieri ha chiarito che le norme in discussione "non sono in contraddizione con la possibilità di esercitare immediatamente i poteri previsti attuando la delega dell’articolo 24 della legge 2009". Si tratta di una norma voluta da Silvio Berlusconi, e che la stessa Giorgia Meloni nella precedente legislatura in consiglio comunale ha chiesto di utilizzare e che prevede l'attuazione di "norme transitorie sull’ordinamento, anche finanziario, di Roma capitale".
Ma una legge ordinaria in cosa potrebbe dare più poteri a Roma?Questo è ancora tutto da verificare, ma l'amministrazione comunale potrebbe essere in grado di mettere mano in maniera più efficace a dossier come trasporti, rifiuti, commercio e artigianato, affitti brevi, competenze in questo momento per lo più regionali.
Sullo sfondo la fine dei poteri commissariali del Giubileo, a cominciare dai rifiuti, e la necessità di maggiori risorse. "Roma, dal punto di vista delle risorse soffre una tripla penalizzazione; non è tenuto in conto da nessuna parte il fatto che Roma ha 2,8 milioni di residenti, ma ne ha, se si contano domiciliati e studenti, 3,4 milioni e con turisti e pendolari temporanei arriva a 4,7 milioni. – spiega Gualtieri – Tutto è calcolato su numeri inferiori. Persino il contributo pro capite per il trasporto pubblico è la metà di quello di Milano e recentemente, per una scelta a nostro giudizio sconcertante sul fondo di solidarietà comunale, è pesantemente penalizzata dal punto di vista del federalismo fiscale".
Non un trattamento di favore per la città, ma solo un equo riequilibrio: "Il federalismo fiscale ha diviso l'Italia in comuni ricchi, cioè con una spesa storica superiore ai fabbisogni standard, e comuni poveri che hanno una capacità fiscale più bassa che richiede una perequazione. Roma, che è il Comune che dovrebbe largamente avere dalla perequazione, è puntualmente penalizzata dal fatto che le risorse che lo Stato mette a disposizione sono state quest'anno attribuite al 100% ai Comuni ricchi che devono dare ai poveri, col paradosso che Roma è stata tassata per avere i soldi che doveva avere comunque".
Roberto Morassut (Partito Democratico) ha proposto di "rimettere in campo legge 396 del 90, che dava a Roma capitale 100 miliardi di lire all'anno, poi divenuti 100 milioni di euro, per determinati obiettivi", una proposta rilanciata da Gualtieri. "Una legge che esiste come relitto ma demolita negli anni di Alemanno sindaco e della presidenza Berlusconi che l'hanno di fatto cancellata. Basterebbe ripristinare quella legge già esistente e ridefinire obiettivi e fondi. Si tratta di un obiettivo realistico e rapido, in attesa di una legge costituzionale", ha concluso il sindaco.